Studio Legale Cavallaro & Partners

A partire dal 1 gennaio del 2018 il contributo integrativo potrà non essere più versato dagli avvocati per ben cinque anni, fino cioè al 2022. È quanto deciso dal Comitato dei Delegati di Cassa Forense. La decisione è ora in attesa dell’approvazione dei Ministeri Vigilanti.

Secondo questa decisione, dunque, il contributo integrativo minimo non sarebbe dovuto per cinque anni consecutivi, ma resta dovuto il contributo integrativo del 4% del volume d’affari IVA dichiarato. Si attende ora il parere dei Ministeri Vigilanti. In sostanza, viene introdotto anche all’interno di Cassa Forense il tanto agognato principio della proporzionalità tra contributi e volume d’affari dichiarato che, sebbene per ora sia circoscritto a un periodo di tempo determinato, potrebbe in futuro consolidarsi e divenire la regola.

In questo caso la decisione non apparirebbe così scontata. Le prime perplessità che potrebbero sorgere riguardano, ad esempio, la decisione di inserire la novità in una semplice manovra e non in una riforma strutturale della previdenza, che tenga conto di tutte le diverse variabili. C’è poi la questione delle minori entrate per la Cassa Forense, che andrebbero a diminuire considerevolmentequalora venisse abolito il contributo minimo Sotto questo punto di vista, l’assenza di una manovra strutturale potrebbe pesare parecchio. La notizia non è ancora ufficializzata ma è stata data dalla pagina Facebook della Cassa Forense, mentre ancora di essa non c’è traccia nel sito web istituzionale.

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SEDE LEGALE : NOCERA INFERIORE, VIA F. DENTICE D’ACCADIA, 31